HONTAI YOSHIN RYU

Questa scuola fu fondata nel 1600 da Oriemon Shigentoshi Takagi (nato nel 1635), secondogenito di Sazaemon Inatobi, depositario del clan di Osu-Shiraishi del Giappone del nord.
Da giovane, il Maestro Takagi, che era conosciuto come Umon, studiò e quindi insegnò l'arte della lancia (SOJUTSU) appresa da Danemon Muto della scuola Kyochi (Kyochi Ryu).
Si dice che Umon vendicò la morte di suo padre e poi cambiò il suo nome in Oriemon Shingentoshi "Yoshin Ryu" Takagi, includendo nel suo nome e nel suo stile di combattimento la filosofia del salice che si piega alle avversità mentre di fronte alle stesse un albero rigido si spezza.
A lui successe Umanosuke Shigesada Takagi che sviluppò tecniche a mani nude per controllare il nemico, e che chiamò formalmente lo stile Hontai Yoshin Ryu Ju-Jutsu.

Il terzo gran maestro dello stile, Gemoshin Hideshige Takagi, scambiò esperienze e tecniche con il quarto gran maestro del Kukishin Ryu bojutsu, affinando l'arte del bastone lungo e da quel tempo lo Yoshin, Takagi, Kukishin Ryu viene insegnato come unico sistema.

La premessa filosofica di questo stile di JU-JUTSU è espressa dal suo stesso nome:

HON = concreto, reale. vero;
TAl = corpo;
YO = salice;
SHIN = cuore, mente, spirito;
Pertanto questo sta a significare che dobbiamo adattare sempre il nostro corpo ed il nostro cuore alle avversità come il salice, che si adatta alle tempeste senza spezzarsi.
Questo principio di base è applicato negli esercizi formalizzati o modelli (KATA) che includono la spada lunga e corta (KATANA e WAKIZASHI), il coltello (TANTO), il bastone lungo (CHOBO o ROKUSHABUKO), ed il bastone corto (HAMBO), legamenti con fune (TORITSUKE) e kata disarmati che includono attacchi al corpo (ATE), lussazioni delle articolazioni (GIAKU), sbilanciamenti e proiezioni (NAGE), prese di soffocamento (SHIME) e rianimazione (KUATSU). Il principio di flessibilità è applicato non solo nelle tecniche, ma è vitale ed importante sia strategicamente che tatticamente

L' orientamento filosofico del RYU non è combattivo ed è accertato che una risposta violenta, verrebbe se possibile, evitata, essendo quella il meno importante e favorevole mezzo di risposta o reazione, ciò implica un considerevole grado di propensione a adattarsi alle possibili avversità e ad ogni situazione scomoda.
Una volta il confronto fisico era più probabile, tuttavia, il principio del JU era sempre applicato sia che si deviasse la forza dell'avversario per poi usarla a proprio vantaggio sia che l'esperto di JU-JUTSU si muova con velocità e fluidità, in modo da disorientare l'avversario ed arrivare così al confronto in una posizione di sicuro vantaggio. In questo modo non è tanto la forza usata dall'esperto, ma è l'applicazione corretta di tattiche e tecniche che vince l'oppositore.
Prima di arrivare ad un violento scontro, l'esperto di JU-JUTSU mantiene uno stato di prontezza di spirito attenta, o ZANSHIN.
ZANSHIN è un elemento vitale per evitare lo scontro fisico, perché mette in condizione l'esperto di avvertire il pericolo prima che questo lo colpisca, concedendogli di conseguenza tempo per manovre evasive o contro misure.
Nella sala d'allenamento di JU-JUTSU (DOJO), ZANSHIN è applicato dall'esperto specificatamente alla fine d'ogni KATA, combinato con una forte e bilanciata posizione o KAMAE, e ciò lo rende pronto costantemente al combattimento.
La vigilanza e prontezza rivelate nella posa psico-fisica (KAMAE) alla fine del KATA è un modello da sviluppare con costante applicazione giornaliera, un'attitudine che dovrebbe essere portata come un vestito, ma idealmente è raffinata come un'essenza praticamente impercettibile.

 


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